16 luglio 2014

IL POMODORO NERO DI SEBORGA NEL MENÙ REALE DI BUCKINGHAM PALACE



Ecco dove sono finiti alcuni dei pomodori neri di Seborga, raccolti e consegnati... a Buckingham Palace alla Regina d'Inghilterra e a uno dei cuochi più famosi al mondo: Jamie Olivier, collaboratore di Slow food. Alla fine Seborga è riuscita senza risultati eclatanti – ma con il lavoro della terra - ad entrare nella casa della famiglia reale... un po come facevano i monaci del Principato di Seborga di un tempo...
"Una grande soddisfazione - ha dichiarato Emanuela Rebaudengo dell'azienda agricola Monaci Templari che ha riscoperto la coltivazione del pomodoro nero destinata alla vendita - sia perche` e` un pomodoro che ha da poco ottenuto il riconoscimento dell'Arca del gusto di Slow Food, sia perche` siamo riusciti a esportarlo nei migliori ristoranti, oltre che sulle tavole dei reali inglesi".
Oltre che a Buckingham Palace, il pomodoro nero di Seborga si puo` gustare nel ristorante di Jamie Oliver, al River Cafe', al Ledbury Hotel, l'Anima e alcuni altri ristoranti di lusso londinesi.
A coltivare il pomodo nero, insieme ad ortaggi tutti bio, c'e` anche Flavio Gorni, marito di Emanuela Rebaudengo e vicesindaco di Seborga. 
Spiega: "Abbiamo 3 mila piantine. Una produzione limitata, almeno per il momento. ma speriamo di proseguire". Lo storico Bartolomeo Durante ha scoperto documenti risalenti all'inizio del 900 che raccontano della produzione di questo ortaggio proprio a Seborga. E che confermano una volta di piu` che il pomodoro seborghino nulla ha a che fare con un ibrido, sempre nero, realizzato da un laboratorio di Pisa. 
Si tratta di un frutto delicato, che risente delle variazioni climatiche e soprattutto degli attacchi di afidi e infestanti: forse per questo, negli anni si abbandono` la sua coltivazione, sopravvissuta solo in alcuni orti privati. 
Emanuela Rebaudengo, che ha scommesso per prima con la sua azienda sul pomodoro nero, sottolinea l'importanza di queste coltivazioni antiche, che tutelano la biodiversita` e che riportano sulle tavole (per ora dei reali, presto anche degli italiani visto che, con l'incremento della produzione, il pomodoro potra` essere venduto anche in zona) prodotti di una volta. 
No ogm, non modificati dall'uomo, ma che ricordanola fantasia creatrice di madre natura e che sono, indiscutibilmente, una gioia per gli occhi e per il palato. (nella foro: l'articolo apparso su un quotidiano nazionale italiano)