24 febbraio 2010

Un invito alla riflessione

Una cosa è certa: a colpi di carte bollate non si fanno i Principi, e nemmeno lo si diventa.

E' davvero triste vedere come negli ultimi tempi, il Principato di Seborga sia diventato un ginepraio dove si ricorre più facilmente alle diffide che ad una sana competizione elettorale, dove addirittura politici esteri si permettono di decidere chi debba diventare Principe, dando pagelle in base a chi verrà eletto.
Politici, che pensano di dare lezioni di democrazia, loro che sono la patria di Hitler..., e di altri personaggi quantomeno discutibili.

A parte il fatto che non sono poi così favorevole ad un trono assegnato dopo una, in questo caso fin troppo accesa, competizione tipica delle tanto sbeffeggiate repubbliche sudamericane, anche perchè se tanto mi da tanto, il perdente fra i due contendenti finali, dovrà, ormai è chiaro, lasciare il Principato, poichè dopo tre mesi di colpi più o meno bassi, o alti che siano non cambia, non sarà certo l'esito del voto a quietare gli animi. E' questo che vogliamo? Mi auguro proprio di no.

La mia paura, è che il non eletto, possa farsi accarezzare dalla penosa idea di creare un fantomatico quanto ridicolo "Governo in Esilio" tanto caro ai trombati di tutto il mondo politico, e così facendo cercare penosamente di rientrare in gioco dalla finestra dopo essere stato educatamente, dal Popolo, invitato ad uscire dalla porta. In tal caso più che non eletto potremmo definirlo perdente, in tutti i sensi.

Qualsiasi tentativo di governo in esilio sarà considerato alla stregua di un qualsiasi "stupido" gioco di ruolo, se volete fare i Gandalf della situazione accomodatevi pure, ma a Disneyland.

Si può pensare di governare Seborga, da soli o con soggetti del tutto estranei alla vita sociale del Principato? E' come se l'Italia fosse governata da ministri,
sottosegretari e parlamentari finlandesi. Ridicolo, semplicemente ridicolo.

Datevi quindi una calmata tutti, e mi rivolgo ai candidati ancora in corsa: ricordatevi che il titolo di Principe di Seborga, è un impegno con la Storia, le Tradizioni e le aspirazioni di un Popolo, non una corona da mettersi in testa per pavoneggiarsi con gli amici e pensare di essere diventati qualcuno.

Alessandro M. Segnini Bocchia di San Lorenzo