25 febbraio 2010

Tutti a casa!


Gent.mo Sig. Direttore,
per quanto utile possa essere la mia modesta opinione , mi sento totalmente in sintonia con quanto affermato dai Signori Segnini Bocchia di San Lorenzo e Prof. Paolo Iotti: Seborga, i seborghini e tutti coloro che credono nella storica sacralità di quell' antico borgo non meritano di assistere a quanto sta accadendo.
Che la lotta per il primato sia cruenta lo si può anche accettare, è umano, però a tutto ci deve essere un limite che è segnato dal rispetto che tutti dobbiamo a Seborga come fenomeno storico, religioso, politico, sociale.
Senza considerare che diventare padroni assoluti del mondo dopo una guerra nucleare globale non credo possa interessare o giovare ad alcuno.
Dipendesse da me, azzererei la "campagna elettorale", manderei tutti a casa a riflettere un poco, affiderei al Vescovo locale o al cardinale Angelo Bagnasco la tutela temporanea del principato per poi indire nuovamente l'elezione tra 12 mesi a far data da oggi.
Così non sarà perchè le decisioni "forti" possono essere prese solo da "uomini forti" e i seborghini, con tutto il rispetto, mi credano, oggi non mi paiono tali.
Sento la loro fragilità, sento che non riescono ad essere arbitri del loro destino.
Manca un Masaniello, manca un Balilla, manca un seborghino che sappia essere capo-popolo.
Fatevi coraggio, uscite e radunatevi, scatenate l' inferno e occupate il Palazzo del Governo!
Sceglietevi un capo e fatevi rispettare, nel nome di Giorgio e per Dio!
Non lasciatevi far prigionieri e non fate prigionieri, sino alla vittoria o sino all' annientamento!
Il principato è vostro, ve lo ha lasciato Giorgio I in eredità, tirate fuori gli attributi e combattete!
E noi, che invece possiamo solo essere spettatori di questa tragedia, facciamoci forza e stringiamoci tutti attorno al nostro Ideale pensando all'antico detto "...la luce della saggezza brilla anche nelle tenebre...". Da lassù Giorgio I , " il Principe ", ci sta guardando e giudicando, cerchiamo di essere tutti un poco, anche solo un poco, degni di lui e del Suo sacrificio.

Umberto Savioli Caccianemici di Monticino